The Reason Wine
Il vino italiano si racconta
Il MIMA alla 57° edizione del Vinitaly

Nel corso alla 57ª edizione del Vinitaly ospitato da Veronafiere lo scorso aprile, esattamente sette anni dopo la sua presentazione alla stampa internazionale avvenuta in occasione dell'edizione 2018 del Vinitaly, il MIMA - Museo d'Impresa Mastroberardino Atripalda, per la prima volta, ha giocato in trasferta.

Il Museo è stato infatti accolto nel padiglione del MASAF - Ministero dell'Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste - ed inaugurato a quattro mani dal Ministro Francesco Lollobrigida e dal Prof. Piero Mastroberardino.

La mostra è stata esposta durante l'intero Vinitaly 2025, per raccontare, attraverso la storia plurisecolare della nostra famiglia, le ragioni del successo del vino italiano nel mondo.

L'installazione ha posto al centro le persone, l'Italia e il saper fare: le basi sulle quali si è costruito, giorno dopo giorno, la grandezza del vino italiano.

Circa 200 tra fotografie, testimonianze storiche e documenti d'epoca dal 1735 al 1945 - estratti dagli oltre 2.000 allestiti presso la sede di Atripalda - hanno consentito di condurre i visitatori in un vero e proprio itinerario narrativo dell'agire imprenditoriale, indagando il legame tra individui e territori, nella infinita interazione tra azione innovativa e adattamento ai vincoli del contesto culturale, normativo, politico ed economico.

La articolata rassegna documentale ha mostrato ancora una volta come la creatività, le istituzioni, la tecnologia e la tradizione siano elementi essenziali per conservare l'identità italiana e renderla vincente e apprezzata nel mondo.

Un'esperienza esaltante, un grande orgoglio, per casa Mastroberardino e per la nostra terra.

L'epopea di un'impresa, la storia di una famiglia

Immaginare un futuro rivoluzionario, esplorare nuovi mercati, sfidare le avversità, credere in un'idea e trasformarla in un'eredità duratura. La storia della famiglia Mastroberardino è il racconto di un'impresa costruita con passione e determinazione, attraverso le turbolenze della storia e le sfide di un settore in continua evoluzione.

Nel lungo e ininterrotto filo rosso che connette tra loro dieci generazioni di personaggi intraprendenti, nel corso di circa tre secoli di storia, questa mostra si focalizza sul periodo che corre dalla prima metà del '700 al 1945. Il racconto parte dunque da lontano, tre secoli orsono. Arduo fissare un punto più prossimo su un ideale asse dei tempi, a pena di veder mutilati anche solo in parte i valori che ingloba. è la storia di una famiglia. è la storia di un'impresa. Non sono scindibili. Non si sono mai scisse.

Narra di persone legate alla terra, la propria, in un intreccio che ha il fascino tipico del romanzo. Ponendo sullo sfondo la trama delle vicende personali, riaffiora l'essenza delle cronache storiche, tratteggiate attraverso una mole eccezionale di documenti originali che, dopo lunga attesa, vengono alla luce. Senza togliere sapore, anzi arricchendosi della miriade di colori e sensazioni che emergono dalla narrazione delle quotidiane esperienze dei personaggi che animano le scene, ritroviamo negli atti e nel racconto epistolare dei protagoni sti alcune pietre miliari che segnano il passo della ricostruzione storica: l'alternarsi delle dominazioni spagnole e francesi a Napoli e in Irpinia, le luci ed ombre del regno borbonico, l'avvento dei Savoia, gli attentati sanguinosi contro i privilegi della nobiltà del tempo, i grandi cambiamenti della società italiana, i conflitti tra aristocrazia, borghesia, proletariato, e poi quelli nella vita economica, con l'industrializzazione, i diversi momenti dell'avvio, espansione ed estinzione dell'impero coloniale italiano.

Straordinari gl'intrecci tra fatti di famiglia e accadimenti della storia d'Italia e del mondo: la Grande Guerra e la chiamata alle armi sull'onda di un trascinante sentimento patriottico, la presidenza Wilson negli Stati Uniti, con la sua determinante influenza sugli esiti del conflitto e sulla ridefinizione dei conseguenti equilibri europei, e poi, durante il suo governo, il varo del proibizionismo e gli anni violenti del gangsterismo, che complica le relazioni commerciali di famiglia nei diversi stati del Nord America.

In quelle stesse ore la nostra storia viene conquistata e travolta dai sentimenti del nazionalismo irredentista di D'Annunzio e dai dirottamenti dei suoi legionari nell'impresa fiumana, che colpiscono un importante carico dei vini Mastroberardino in rotta verso Buenos Aires sul piroscafo Cogne. Seguiamo in questo periodo le gesta dei protagonisti familiari impegnati nelle traversate atlantiche, che dal 1900 battevano prevalentemente le rotte verso l'America del Nord, riorientate con grande determinazione ed entusiasmo verso le promettenti destinazioni latino-americane, di cui narrano la elegante e ludica vita di bordo e le ardite esplorazioni di terra.

Poco più avanti, mentre negli Stati Uniti l'elezione di Roosevelt segna il tramonto del proibizionismo e la ripresa di importanti traffici per la famiglia Mastroberardino, con l'ascesa al potere del fascismo ci avventuriamo negli episodi di vita quotidiana dei suoi esponenti, alle prese con gli atti sempre più invasivi della politica del regime.

Giunge poi la fase autarchica, quindi le campagne di espansione coloniale alla conquista dello "spazio vitale", le sanzioni economiche e commerciali, le restrizioni e le guerre doganali, le destinazioni commerciali guidate dalle alleanze politico-militari, gli accordi bilaterali tra gli Stati aventi ad oggetto il commercio dei vini, i rapporti con il Governatorato Generale dell'Africa Orientale Italiana, i traffici con l'Albania, divenuta parte dell'Impero, in cui un ramo di famiglia Mastroberardino investe nella distribuzione dei vini. Seguiamo ancora la narrazione degli episodi di sabotaggio dei servizi segreti britannici ai danni dei piroscafi italiani, che affondano, nel porto di Massaua, il vapore Cesare Battisti recante in stiva un importante carico di vini di famiglia, e poi il blocco alla navigazione a causa della guerra, che colpisce i carichi in viaggio sui piroscafi Adua e Praga, le relazioni commerciali che devono districarsi tra i vincoli e le censure del dominio nazista in Cecoslovacchia o in Norvegia, o di quello britannico a Malta o nelle zone d'influenza coloniale in Africa.

Quindi un nuovo conflitto globale, dapprima distante, poi via via pericolosamente vicino, fin dentro le mura di casa, con le illusioni, le paure, sino alla realizzazione, nel cuore delle cantine di Atripalda, di un rifugio antiaereo che consentirà, nel settembre del '43, alla famiglia e al vicinato di sfuggire al pericolo dei bombardamenti alleati. Quella grotta nel dopoguerra fu destinata all'affinamento dei vini, e così è rimasta sino ai giorni nostri. A seguire, l'uscita dal tunnel, con un'Italia ridotta in macerie, con i suoi sentimenti di frustrazione e poi di speranza nella rinascita. Un testimone che è passato di padre in figlio, senza mai spezzarsi, dando vita ad un'avventura imprenditoriale che ha portato il vino irpino su tutte le tavole del mondo. Uomini che hanno tracciato un percorso fatto di ingegno, sacrificio e coraggio, partendo da una piccola regione viticola montana dell'entroterra della Campania, e portando la loro intrapresa a competere su una scena internazionale sorprendente per estensione geografica e varietà culturale.

L'eredità di Angelo: cogliere le opportunità per creare valore
(1878-1914)

Alla guida della casa vinicola dalla seconda metà dell'Ottocento, Angelo Mastroberardino ha segnato un'impronta decisiva, credendo nelle risorse della sua terra e nella possibilità di diffonderne i pregi senza confini, investendo nella qualità e nell'espansione commerciale

Premiato con il titolo di Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia nel 1905 da Re Vittorio Emanuele III, ha consolidato la reputazione dell'azienda attraverso prestigiosi riconoscimenti internazionali. I suoi vini hanno trionfato nei concorsi più prestigiosi dell'epoca, da Napoli a Roma, poi a Londra e a Parigi, segnando l'inizio di un percorso che avrebbe condotto il nome familiare in tutti i continenti.

La tenacia di Michele: l'ambasciatore del vino italiano nel mondo
(1910-1945)

Il giovane Michele ha appreso l'arte del commercio internazionale, diventando ben presto ambasciatore della marca familiare. Tra il 1911 e il 1912, poco più che ventenne, apre nuove rotte commerciali dapprima in Europa, poi negli Stati Uniti e in Canada, raggiungendo città come New York, Boston, Montreal, Buffalo, Toronto, Cleveland, Pittsburgh, Chicago, St. Louis e New Orleans. Ma l'improvvisa scomparsa del padre nel 1914 e lo scop pio della Prima Guerra Mondiale costringono Michele e i suoi fratelli a ridefinire gli assetti e i percorsi aziendali, in un'epoca di incertezze e cambia menti radicali.

Superando avversità di ogni genere, Michele rilancia l'attività e imprime all'azienda di famiglia una crescita tambureggiante, moltiplicatone il valore, portando i vini Mastroberardino nei mercati di tutta Europa, in Africa, in Asia e nelle Americhe, persino nel difficile contesto del Proibizionismo statunitense. La sua determinazione lo conduce a sfidare gli ostacoli imposti dalle guerre mondiali, dalle crisi finanziarie e dalle restrizioni commerciali, trovando sempre nuove opportunità per affermare il valore di un prodotto radicato nella tradizione ma capace di confrontarsi coi più arditi scenari internazionali

Un'impresa tra visione e resilienza

Angelo e Michele non sono stati semplici uomini del vino, ma autentici visionari, capaci di guardare oltre i confini dell'Italia rurale di inizio Novecento e di trasformare una passione in un simbolo di eccellenza. Questa mostra, attraverso la loro storia, fatta di immagini, documenti e numerosi altri oggetti, racconta la storia della crescita internazionale del vino italiano. La storia dei Mastroberardino non è solo il racconto di un'impresa familiare, ma l'esempio di come la volontà, la caparbietà e la visione possano superare qualsiasi ostacolo. Un'epopea di coraggio e intraprendenza che merita di essere ricordata.