Quando ho finalmente deciso di metter mano alla narrazione della storia dell’impresa familiare Mastroberardino, ero consapevole che avrei dovuto superare un ostacolo non trascurabile: nella percezione diffusa, le maggiori affermazioni risalgono nella memoria all’incirca alla metà dello scorso secolo. Raccontano l’opera della generazione che dal 1945 in avanti ha disegnato la rinascita della viticoltura antica dell’Irpinia e della Campania – in primis nella figura del suo più agguerrito, infaticabile paladino e custode, Antonio Mastroberardino – salvandola dall’estinzione alla quale pareva condannata in seguito al cataclisma dell’ultimo grande conflitto mondiale.
La cognizione di ciò che questa famiglia ha rappresentato prima di quel periodo è invece assai più nebulosa e vaga, eppure, a ripercorrerla, almeno altrettanto luminosa e avvincente. Ciò spiega la determinazione con cui quella generazione intraprese il sentiero della ripresa post-bellica, animata proprio dall’ambizione di riportare in auge i fasti dai quali essa traeva origine. I suoi esponenti ambivano da un lato a rendere omaggio all’opera dei giganti sulle spalle dei quali erano riusciti a issarsi dopo la rovinosa caduta del ’45, dall’altro a ritrovare forza e convinzione in un progetto imprenditoriale che in quegli anni pareva non offrire scenari di accettabile sostenibilità economica. Bisognava essere dotati di grande fiducia, abnegazione, lungimiranza per affrontare una simile impervia risalita.[…]

[…]Quel segno, “MIMA”, che egli aveva conservato quale emblema distintivo nelle insegne di famiglia in omaggio alla memoria di suo padre, oggi vive di nuovo vigore, pur nella mutazione dei termini che compongono l’acronimo: l’ho scelto per firmare il “Museo d’Impresa Mastroberardino Atripalda”, luogo in cui le testimonianze di tale racconto trovano ospitalità.
Il museo è accolto in uno spazio ricavato all’interno delle antiche cantine di famiglia, ove gli attori di questa vicenda si sono passati il testimone vivendo continuativamente nei trascorsi tre secoli, eleggendolo a loro quartier generale, superando difficoltà e sanando fratture anche profonde, atte a provocare la dissoluzione di quella trama, come nel 1893, nel 1914, nel 1932, nel 1945
Al contrario, quei fili si sono misteriosamente riannodati, e con maggior lena, ad ogni punto di svolta, ad ogni trauma, lungo il sentiero di un’unica, a volte tormentata, sempre avvincente navigazione, che ha oltrepassato di slancio il traguardo di dieci generazioni familiari.
Consegno questo piccolo tesoro, a mia volta, a coloro, tra i più giovani di famiglia, che intenderanno proseguire nell’esplorazione. A loro sento l’orgoglio come il dovere di affidare, con le responsabilità, anche le gioie, le soddisfazioni, le elucubrazioni sui futuri destini di un nome prestigioso di un’impresa familiare che ha avuto la forza di non soccombere e di esplorare orizzonti sempre nuovi e sfidanti.

E, al volgere del terzo secolo di storia familiare, nonché al compimento dei centoquarant’anni dall’avvio delle prime spedizioni all’estero dei vini di Casa Mastroberardino, lo consegno – è un auspicio – a un pubblico più ampio, convinto che questa storia non possa restare patrimonio esclusivo dei discendenti di quei pionieri, che vada condivisa, convissuta, tramandata.
Confido che possiate subirne il fascino. Come succede a me.[…]

SALA A 1700-1914

Sono qui raccolti documenti che abbracciano circa tre secoli di storia dell’impresa familiare Mastroberardino.

Le prime notizie risalgono a Pietro, figlio di Lorenzo, dei Mastroberardino, nato nel 1697 in terra d’Atripalda. È esponente di una famiglia di possidenti impegnata in attività legate alla terra. Nel 1747, regnante Carlo di Borbone, acquista la proprietà situata in località Li Morti o Morticelli, in Atripalda, nell’area ove è situata ancora oggi l’azienda di famiglia.

SALA B 1914-1945

1914 – 1932

In questa sezione sono esposte testimonianze che raccontano la transizione generazionale dal Cavalier Angelo Mastroberardino al figlio Michele, tra il 1914 e il 1932.
Alla morte di Angelo gli eredi affrontano una fase difficile per programmare la continuazione dell’impresa familiare e definire le questioni ereditarie.
Scoppia nel frattempo la Grande Guerra, in seguito all’attentato di Sarajevo del 28 giugno 1914.
Mentre i liquidatori nominati, Prof. Villa e Prof. Rossi, avviano la ricognizione dei beni, dai mercati esteri giungono i primi segni delle tensioni ed incertezze del conflitto.
La vedova Pasqualina prosegue l’attività con una propria ditta insieme ai figli più giovani, Sabino, Pasquale, Alfonso. Le sorelle maggiori, Gaetana e Rachele Adele, chiedono la liquidazione delle proprie quote a conguaglio di quanto già ricevuto in sede di capitoli matrimoniali.
I fratelli maschi maggiori Angelo e Michele Mastroberardino costituiscono una nuova società, lanciandosi in un piano di forte sviluppo sui mercati esteri, grazie al know how acquisito da Michele negli anni precedenti.

1933 – 1945

La seconda sezione di questa sala accoglie documenti che interessano il periodo tra il 1933 e il 1945.

Michele Mastroberardino concentra i propri sforzi sui mercati esteri, in Francia, Inghilterra, Germania, Svizzera, Austria, Belgio, Montenegro, Grecia, Olanda, Danimarca, Norvegia, Svezia, in Africa, nell’area coloniale in Libia, Egitto, Eritrea, Somalia, poi Sudan, Marocco, Sud Africa, fino ad esplorare alcune destinazioni asiatiche e l’Australia.

La caduta del proibizionismo negli Stati Uniti d’America fa piovere richieste di collaborazione da New York, Boston, New Orleans, Dallas.

L’Italia nel 1935 invade l’Etiopia. In seguito alle sanzioni imposte dalla Società delle Nazioni il Duce inaugura la fase autarchica dell’economia del regime, che impone anche all’impresa Mastroberardino la via della conquista del proprio ‘spazio vitale’. Si intensificano così i traffici verso le destinazioni africane ed ogni altra meta internazionale accessibile, dall’America Latina all’Asia. Si apre con il “Taurasi extra” il mercato di Haiti.

ORARI APERTURA

Museo d’Impresa Mastroberardino Atripalda
Lunedì 16:30 – 19:30
Martedì – Venerdì 10:00-13:00 / 16:30-19:30
Sabato 10:00-13:00
Domenica chiuso

DOVE SIAMO

Via Re Manfredi, 29-31-33
83042 Atripalda AV
A16 Uscita Avellino Est, direzione Atripalda